Finalmente qualcosa inizia a muoversi in via Castellini: l’assessore regionale Paolo Franco ha effettuato un sopralluogo nei terreni Aler della via, un’area ormai dimenticata da anni, nella speranza, come sottolinea il Pd comasco, che le richieste presentate dai cittadini vengano prese sul serio dalle istituzioni.
Queste le dichiarazioni dei segretari Alessandro Rossi e Daniele Valsecchi:
«Ne siamo felici, ma non dimentichiamo da dove tutto è iniziato: il nostro circolo, con il lavoro prezioso di Romano Fasciani, il supporto degli attivisti e il coinvolgimento dei residenti, ha avviato già nel 2023 un percorso per restituire dignità a quest’area.
Un’area di 5400mq abbandonata al degrado: rifiuti, fuochi notturni, insediamenti irregolari, topi. Ma soprattutto, la rassegnazione di chi ci viveva attorno.
Il punto di svolta è stato l’evento al TeatroGruppo Popolare, che ha dato voce alla comunità e rotto il silenzio istituzionale: è lì che è nata una mobilitazione vera, concreta, dal basso. E da lì qualcosa ha cominciato a muoversi».
Ovviamente non può mancare la critica all’Amministrazione, accusata di non essersi presa alcuna responsabilità:
«Parliamo di un terreno nel territorio comunale, di problemi noti e segnalati da anni. La risposta del sindaco Rapinese? Accusare il Pd di voler trasformare Como in Lampedusa, liquidando con ideologia le denunce dei cittadini.
Ma la politica non può permettersi di deridere i problemi: deve affrontarli. E l’amministrazione comunale, su via Castellini, ha semplicemente abdicato al proprio ruolo.
Oggi qualcosa si muove, e va bene. Ma non perdiamo la memoria. Senza la mobilitazione dei cittadini e senza il lavoro costante di persone come Romano Fasciani, Enzo Cresta e molti altri, via Castellini sarebbe ancora una discarica dimenticata.
Per una volta lo diciamo con orgoglio: bravi noi, bravi i cittadini, bravi tutti quelli che hanno creduto che fosse possibile cambiare. E ora, come sempre, continueremo a esserci. Perché il nostro impegno non finisce con un sopralluogo: continua ogni giorno, insieme a chi in quella zona vive e spera».
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