Il turismo sul Lario continua a correre. I dati relativi al 2024 parlano di 4,8 milioni di presenze nella provincia di Como, che diventano 6,1 milioni considerando l’intero territorio lariano.
Numeri positivi, che però mettono in evidenza una criticità sempre più evidente, ovvero la concentrazione dei flussi nelle località più iconiche del lago e nel centro storico di Como.
A lanciare l’allarme è il Partito Liberaldemocratico, che sottolinea come l’attuale crescita, se non governata, rischi di aggravare il fenomeno dell’overtourism, con conseguenti disagi per i residenti e una pressione crescente sui servizi e sul territorio.
Secondo il Pld, la risposta passa da una redistribuzione dell’offerta turistica, puntando con decisione sulle aree interne e montane del Lario, oggi ancora sottoutilizzate.
Zone come la Val d’Intelvi, l’Alto Lago, il Triangolo Lariano e la Valsassina dispongono di un patrimonio paesaggistico e naturalistico di grande valore che potrebbe contribuire a decongestionare le rive del lago e allo stesso tempo favorire uno sviluppo economico più equilibrato.
«L’obiettivo deve essere quello di passare dall’overtourism a un turismo diffuso», spiegano i liberaldemocratici, evidenziando come una maggiore distribuzione dei flussi possa creare nuove opportunità per le comunità montane, favorendo la nascita di una filiera locale dell’accoglienza e dei servizi.
Un altro nodo centrale riguarda la frammentazione istituzionale. Attualmente il territorio lariano è diviso tra le province di Como e Lecco e la promozione turistica è affidata principalmente al consorzio Como Turistica, la cui azione è limitata al solo versante comasco. Una divisione che, secondo il Pld, penalizza la competitività complessiva del territorio.
Da qui la proposta principale del partito. La creazione di un ente unico di promozione turistica lariana, attraverso la trasformazione dell’attuale consorzio in una Azienda di Promozione Turistica Lariana, capace di includere anche la provincia di Lecco e i soggetti pubblici e privati del versante orientale del lago.
L’obiettivo è fare sistema, evitare duplicazioni e dispersioni di risorse e convogliare in un unico soggetto i finanziamenti europei, nazionali e regionali.
A rafforzare la proposta è il segretario provinciale del Pld, Peppino Titone:
«I panorami mozzafiato non bastano a garantire un flusso turistico stabile nelle montagne del Lario. Servono strutture ricettive, ristorazione, attività sportive e ricreative, ma anche marketing coordinato e servizi di supporto agli operatori e ai turisti».
Il riferimento è a modelli già collaudati come quelli del Trentino-Alto Adige, dove una governance unitaria ha permesso di coniugare sviluppo turistico e sostenibilità.
«Solo con un approccio strategico e condiviso – afferma – il Lario potrà trasformare l’overtourism in una reale opportunità di sviluppo diffuso».
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