Nel Piano strategico nazionale per le Aree interne 2021-2027 (Psnai), aggiornato dal ministro per le Politiche di Coesione Tommaso Foti, è possibile leggere: «un numero non trascurabile di aree interne si trova già in una fase compromessa e queste aree quindi non possono porsi alcuna inversione di tendenza».
Un passaggio definito “allarmante” dal Pd e, nello specifico, dal capogruppo del partito alla Camera Chiara Braga che, facendo riferimento alle zone del Lario inserite nel piano, sottolinea come: «significherebbe rassegnarsi a perdere le nostre valli, i borghi del lago di Como, la ricchezza delle comunità locali lacuali; significherebbe smettere di investire sul territorio ed avere come prospettiva quella di chiudere scuole, collegamenti pubblici, rimodulare presidi sanitari come sta di fatto già avvenendo per l’ospedale di Menaggio».
Aggiunge la politica comasca:
«Questo Esecutivo ha detto no al salario minimo, ha tagliato risorse alla sanità pubblica e al fondo perequativo infrastrutturale, colpendo proprio i territori più fragili delle aree interne. E con l’autonomia differenziata rischia di aggravare ancora di più le disuguaglianze tra centro e periferia.
Se il Governo Meloni considera le aree interne un problema di cui liberarsi, se ritiene che chi ci vive debba essere condannato all’abbandono, a essere cittadini di serie B con meno diritti e servizi, noi invece vediamo tutto questo come una opportunità per il Paese, alla quale prestare la giusta attenzione.
Non a caso abbiamo presentato proposte concrete nella legge di bilancio, proprio per garantire servizi essenziali ai territori interni d’Italia. Il Partito Democratico continuerà a battersi per garantire a chi vive in queste zone prospettive vere di futuro».
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