Il raduno neofascista di Dongo (e anche quello di Giulino di Mezzegra), tenuti domenica 27 aprile, ha creato indignazione tra i rappresentati locali e nazionali dell’Anpi, oltre alla netta presa di posizione (tra gli altri) del Partito democratico.

Chiara Braga, deputata comasca del Pd, nell’intervento tenuto in piazza Paracchini il giorno stesso nella contromanifestazione, aveva promesso di sottoporre un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Piantedosi.
Ecco quanto diffuso in un comunicato stampa, in relazione proprio agli sviluppi avuti nella giornata di martedì 29 aprile.
Prima firmataria dell’interpellanza (clicca qui per leggere il pdf)sottoposta ai ministri Matteo Piantedosi (interno) e Carlo Nordio (Giustizia) è stata proprio Braga:
“Come anticipato già nei giorni scorsi, insieme ai colleghi Roggiani, Girelli e Fornaro abbiamo presentato un’interpellanza ai ministri dell’Interno, Piantedosi, e Giustizia, Nordio, per chiedere conto dei disdicevoli fatti che ogni anno, alla fine di aprile, si ripetono a Dongo e Giulino di Mezzegra per celebrare Mussolini e i gerarchi fascisti, sul lago di Como catturati e uccisi.
Un vergognoso rituale ripetutosi anche domenica 27 aprile dove, in palese violazione della legge, un centinaio di neofascisti in divisa nera e uniformi di tipo paramilitare si sono inquadrati militarmente agli ordini di superiori gerarchici con tanto di reiterati atteggiamenti marziali come la “chiamata”, il “presente”, i saluti fascisti.
Condotte predisposte, organizzate e disciplinate, chiaramente apologetiche del fascismo visibili dai filmati e dai video disponibili.
Fatti gravi che continuano a rimanere impuniti, ai quali abbiamo richiamato i ministri competenti a prendere posizioni nette, chiedendo anche conto, in caso di mancata identificazione dei manifestanti neofascisti, del perché ciò sia avvenuto, in base a quali direttive e da parte di quali autorità.Abbiamo chiesto di sapere quali prescrizioni siano state impartite dalle autorità competenti e se le stesse siano state rispettate dal momento che sistematicamente si assiste a una sfrontata e manifesta volontà da parte dei manifestanti neofascisti di non sottostare alle prescrizioni dettate.
Non possiamo più permettere che si usino due pesi e due misure, sottoponendo ad accertamenti e identificazione quei cittadini che si recano in piazza per celebrare con spirito democratico il 25 aprile, come accaduto a Gravina in Puglia, o decidano di esporre striscioni di festa per la Liberazione dal nazifascismo, come nel caso della fornaia di Ascoli Piceno.
mentre chi inneggia a ideali liberticidi, violando ripetutamente e volutamente la legge, continui sempre indisturbato a poterlo fare”
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