Dopo quasi un anno dalla frana di Civiglio e con la situazione nello stallo più totale (dato che non sono stati rispettati i tempi di inizio e fine del cantiere, slittati ormai a data da destinarsi), Patrizia Lissi e Daniele Valsecchi, esponenti del Pd comasco, si sono espressi riguardo al comportamento del sindaco Rapinese, ritenuto non intenzionato a fornire risposte concrete ai residenti coinvolti.
«Nessuna risposta, solo una fuga di fronte ai cittadini. Questo quanto accaduto ieri in Consiglio comunale.
A quasi un anno dalla frana di Civiglio e nell’immobilismo più totale, di fronte a sessanta cittadini giunti per chiedere risposte a una lettera firmata da 152 persone e fatta pervenire nei mesi scorsi, il buon senso avrebbe suggerito che il primo cittadino e l’assessore competente si staccassero dal Consiglio e incontrassero i residenti.
Ciò non è avvenuto e, anzi, i cittadini non hanno nemmeno potuto parlare liberamente, vittime del vergognoso modo di fare a cui questa Amministrazione ci ha abituati.
Il sindaco non regge il confronto e, come sempre, ha deciso di buttarla in caciara, nascondendosi dietro ai dirigenti e rispondendo con sterili monologhi gridati che però non servono a risolvere il problema.
In un mix di modalità relazionali disastrose e di capacità gestionali ancor più disastrose, la prospettiva è tutt’altro che rosea: a oggi non ci sono novità concrete e c’è il rischio, se non la certezza, che la strada non riaprirà ancora per diversi mesi.
Ma per un sindaco sempre più arroccato nel palazzo, che millanta di avere tutto sotto controllo salvo poi scappare dalle proprie responsabilità, ci sono centinaia di cittadini che pagano per l’inoperosità e le mancanze gestionali dell’Amministrazione».
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