Rifondazione comunista, tramite una nota stampa, lancia un – si legge – “appello unitario rivolto al prefetto, sindaco e questore di Como” riguardante la commemorazione pubblica di Sergio Ramelli organizzata da Fratelli d’Italia sabato 28 giugno.
Ecco alcuni stralci di quanto riportato nel comunicato (clicca qui per leggere il pdf), firmato tra gli altri da Fabrizio Baggi (direzione nazionale Rifondazione comunista), Pierluigi Tavecchio (segretario provinciale Rifondazione Comunista Como) e Cristiano Negrini (coordinatore provinciale Osservatorio democratico sulle nuove destre Como):
“Apprendiamo dalla stampa locale che il 28 giugno, a Como, Fratelli d Italia – principale partito di Governo, che esprime la Presidente del Consiglio e la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato – intende organizzare, nel quadro della campagna nazionale “Mille città per Sergio”, una commemorazione pubblica in ricordo di Sergio Ramelli.
Sergio Ramelli era un militante di estrema destra, un neofascista del Fronte della gioventÙ, organizzazione giovanile del MSI.
un protagonista di prim’ordine di quello schieramento eversivo che, attraverso attentati dinamitardi (Piazza Fontana a Milano, Piazza della Loggia a Brescia, treno Italicus…) e intrecciandosi con apparati deviati dello Stato e dell’esercito, tentò di imporre con la paura una svolta autoritaria per fermare l’avanzata elettorale delle sinistre.
e, nelle piazze, si oppose violentemente ai “rossi” per arginare le rivendicazioni operaie, delle donne e del movimento delle e degli studenti.
Ramelli non era un giovane capitato lì per caso: era un fautore della violenza politica che lo ha ucciso.
le Organizzazioni firmatarie denunciano con preoccupazione la decisione
dell’articolazione territoriale di Fratelli d’Italia di promuovere un’iniziativa che rischia di alimentare la normalizzazione dell’ideologia neofascista.Riteniamo politicamente grave che un partito di Governo scelga di rievocare una sola parte della memoria degli anni Settanta, rimuovendo ogni responsabilità e ogni contesto, con il solo obiettivo di riscrivere la storia e creare divisione.
Non si vuole impedire la commemorazione di una vittima, ma si ritiene che ci siano modi più appropriati per farlo, modi che non prestino il fianco a derive nostalgiche o a riletture pericolose del passato.
Le celebrazioni pubbliche devono costruire memoria condivisa, non favorire l esaltazione di simboli, gesti e parole che offendono la coscienza democratica del Paese.
Si fa appello al Prefetto, al Questore e al Sindaco di Como affinché questa iniziativa venga fermata”
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