Il 3 maggio di ogni anno – a partire dal 1993, su proclamazione dell’Assemblea generale delle Nazioni unite – si celebra la “Giornata internazionale per la libertà di stampa“.
La data scelta – come riporta il sito onuitalia.it – vuole ricordare il seminario Unesco tenuto dal 29 aprile al 3 maggio 1991 a Windhoek, in Namibia, per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana.
Questo seminario condusse alla stesura della Dichiarazione di Windhoek, contenente l’affermazione dei princìpi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei diritti umani.
L’Unione Europea ha diffuso un comunicato stampa (clicca qui per leggere il pdf), in cui si ribadiscono i timori per i crescenti pericoli corsi dalla categoria giornalistica, per lo stringersi degli spazi per una stampa veramente libera e per le nuove insidie rappresentate, ad esempio, dall’intelligenza artificiale.
Nello specifico, secondo l’annuale classifica stilata da “Reporter senza frontiere” e inerente censure e limitazioni all’attività giornalistica, l’Italia perde tre posizioni rispetto al 2024, scendendo al 49° posto (su 180 Paesi presi in esame).
In occasione del 3 maggio, “Amnesty international Italia” ha lanciato la maratona “30 giorni per la libertà di stampa”, dedicata nel 2025 a Elena Milashina (giornalista russa sotto costante minaccia), Mohamed Boughalleb (giornalista tunisino accusato ingiustamente di diffamazione) e Carlos Julio Rojas (giornalista venezuelano in carcere solo per aver svolto il proprio lavoro).
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