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Mer 16 Lug 2025

“Dal Futurismo al Punk Dadaismo”, Davide Fent alla Libreria Plinio il Vecchio

Evento culturale, venerdì 27 giugno alle 18, nella Libreria Plinio il Vecchio di via Vittani a Como. Ingresso libero.

Il giornalista e scrittore Davide Fent presenterà il volume “Dal Futurismo al Punk Dadaismo. Stasera si dorme a Trieste o in Paradiso con gli eroi”.

Il libro, edito da Transeuropa Edizioni, sarà oggetto di dibattito con diversi ospiti:

  • Enrico Levrini (giornalista, storico, fotoreporter e opinionista);
  • Lorenzo Morandotti (giornalista, saggista e poeta);
  • Don Andrea Stabellini, parroco di Morcote (Ticino, docente di Teologia all’Università di Lugano, saggista).

“Il Futurismo è nato all’inizio del Novecento, in Italia, ed è stato un movimento che ha coinvolto diversi ambiti come la letteratura, l’arte e la musica.

È considerato una delle prime avanguardie europee in quanto correnti simili si sono poi sviluppate in altri paesi dell’Europa nonché in Russia, in Asia e negli Stati Uniti.

Ciò che i futuristi volevano è esplorare tutte le forme di espressione possibili, dalla scultura alla pittura al teatro fino al cinema e finanche la gastronomia.

Colui che è considerato il fautore del movimento è il poeta italianoFilippo Tommaso Marinetti.

Vediamo come nasce e si sviluppa quest’avanguardia tutta italiana”

“L’iconoclastia futurista”, definita dal critico d’arte Mario De Micheli, trovò le sue radici nel provincialismo e nella burocratizzazione progressiva dell’Italia post-risorgimentale. Soli tre mesi separarono la nascita della rivista fiorentina “La Voce” di Giuseppe Prezzolini dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo del 20 febbraio 1909.

due avanguardie, quella vociana e quella futurista, notevolmente differenti, secondo Emilio Gentile, ma connotate da alcuni interessi comuni.

che, insieme alla “Lacerba” (nata da una costola dissidente de “La Voce” su iniziativa di Papini, Soffici, Palazzeschi e Tavolato), sfociarono nell’analisi delle più disparate tematiche economiche, sociali, filosofiche, letterarie ed artistiche, suscitando un clima di fervore in cui il futurismo poté prosperare.

Lo stesso Papini, nella rivista francese “Mercure de France”, affermò come lo stesso movimento di cui faceva parte rappresentava una “reazione necessaria a quel culto sfrenato e idiota dell’antico […] a quel disprezzo della modernità di cui il nostro ambiente intellettuale era saturato e lo conduceva a un esaurimento noioso e umiliante”

Il Futurismo, nascita di un movimento dinamico:

“Gli inizi del Novecento sono stati anni in cui tutto il mondo dell’arte e della cultura stava evolvendo verso qualcosa di nuovo, stimolato naturalmente dagli avvenimenti del periodo specifico.

quali guerre, la trasformazione della società, i cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche come il telegrafo senza fili, la radio, le cineprese e gli aerei.

Questi furono elementi importanti e decisivi perché indussero a mutare completamente la percezione delle distanze e del tempo dato che si trattava di mezzi realizzati per accorciarle e creare nuove relazioni.

Il XX era quindi destinato a essere il secolo della velocità e del dinamismo, per questo i futuristi volevano lasciarsi indietro il passato e concentrarsi sul presente in cui si avvertiva un nuovo futuro dato dalla velocità.

I futuristi abbracciarono i progressi tecnologici che stavano cambiando la vita quotidiana e poiché non doveva esserci distinzione tra arte e vita, furono coinvolti in ogni ambito della società e pubblicizzarono le loro idee attraverso i manifesti futuristi che ne esprimevano l’animo ribelle”

© Riproduzione riservata

Marco Curci
Marco Curci
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